L’Isola di Molara: Un Viaggio attraverso la Storia e le Leggende del Mediterraneo

Nascosta nelle acque cristalline del Mar Tirreno, a breve distanza dalla costa nord-orientale della Sardegna, l’isola di Molara si erge come un gioiello naturale e storico, testimone silenzioso di millenni di storia mediterranea. Questo piccolo paradiso, parte dell’arcipelago di Tavolara, ha una storia tanto ricca quanto misteriosa, che si intreccia con leggende, fatti storici e curiosità che hanno plasmato la sua identità unica.

L’origine del nome “Molara” ci porta indietro nel tempo, fino al Medioevo. La sua forma rotondeggiante e compatta ricordava agli antichi abitanti una mola, lo strumento utilizzato per macinare il grano. Questa etimologia non solo ci offre un’immagine vivida dell’isola vista dall’alto, ma ci racconta anche dell’importanza che l’osservazione della natura aveva per i popoli del passato, capaci di trovare similitudini tra le forme naturali e gli oggetti della vita quotidiana.

Ma la storia di Molara inizia molto prima del suo battesimo medievale. Gli antichi Romani la conoscevano con il nome di “Buccina insula”, un nome che deriva dal termine latino per la conchiglia del murex. Questo piccolo mollusco marino era estremamente prezioso nell’antichità, poiché da esso si estraeva la porpora, il colorante più costoso e ricercato del mondo antico. Il fatto che l’isola portasse questo nome suggerisce che potesse essere un importante centro di raccolta o lavorazione di queste preziose conchiglie, gettando luce su un’economia antica basata sulle risorse marine.

Uno degli episodi più affascinanti e dibattuti della storia di Molara riguarda l’esilio di Papa Ponziano, avvenuto intorno al 235 d.C. Secondo alcune fonti, il pontefice fu condannato ai lavori forzati sull’isola dai Romani. Questa storia, che mescola fatti storici e leggenda, ha lasciato un’impronta indelebile sull’isola. Tanto che, secoli dopo, fu costruita una chiesa dedicata al santo, i cui resti sono ancora visibili oggi. L’idea di un papa esiliato su questa piccola isola, costretto a lavorare sotto il sole cocente del Mediterraneo, ha alimentato l’immaginario popolare per generazioni, trasformando Molara in un luogo di pellegrinaggio e devozione.

Con l’avvento del Medioevo, Molara assunse un nuovo ruolo strategico. Tra l’850 e il 900 d.C., fu costruita sull’isola una torre di avvistamento, parte di un sistema di difesa costiera più ampio. Questa torre, i cui resti sono ancora visibili, aveva lo scopo principale di individuare e segnalare l’arrivo di navi saracene, testimoniando i pericoli e le tensioni che caratterizzavano il Mediterraneo in quell’epoca. Non è difficile immaginare le sentinelle che, giorno e notte, scrutavano l’orizzonte alla ricerca di vele nemiche, pronti a dare l’allarme alle comunità costiere.

Ma Molara non era solo un avamposto militare. Nel XV secolo, l’isola ospitava un monastero femminile, un fatto sorprendente considerando le sue dimensioni ridotte. Questo insediamento religioso trasformò Molara in un luogo di ritiro spirituale e di cultura, un’oasi di pace in mezzo al mare. La presenza di un monastero su un’isola così piccola e remota solleva molte domande: chi erano queste monache? Perché scelsero Molara come loro dimora? E come riuscivano a sopravvivere in un ambiente così isolato e potenzialmente ostile?

La storia di Molara è anche una storia di conflitti e battaglie navali. Le acque intorno all’isola sono state teatro di importanti scontri, soprattutto nel XVII secolo. Questi conflitti marittimi sottolineano l’importanza strategica di Molara e dell’intero arcipelago nel controllo delle rotte commerciali e militari del Mediterraneo occidentale. Le leggende locali parlano di tesori nascosti dai pirati saraceni nelle grotte dell’isola, alimentando l’immaginario di generazioni di cercatori di tesori e avventurieri.

Con l’arrivo dell’età moderna, la storia di Molara prese una svolta più pragmatica. Nel XIX secolo, al centro dell’isola fu costruita un’azienda agricola dedicata all’allevamento di capre e bovini. Questo insediamento segnò un periodo di utilizzo più intensivo e produttivo del territorio insulare. Ancora oggi, alcuni discendenti di quegli animali vivono allo stato brado sull’isola, un ricordo vivente di quel periodo storico.

Un’altra attività economica importante era la produzione di calce. Sulla costa meridionale dell’isola, i ruderi di un forno per la calce testimoniano questa industria che sfruttava il calcare proveniente dalla vicina isola di Tavolara. Questo dettaglio ci rivela come le comunità locali utilizzassero in modo integrato le risorse naturali dell’arcipelago, creando una rete di scambi e collaborazioni tra le diverse isole.

Oggi, Molara si è trasformata in una meta turistica apprezzata, anche se meno nota rispetto alla vicina Tavolara. L’isola attrae visitatori con le sue bellezze naturali, come le famose “Piscine di Molara”, formazioni rocciose naturali che creano suggestive piscine d’acqua cristallina. Queste piscine naturali, oltre ad essere una meraviglia paesaggistica, sono anche un importante habitat per numerose specie marine, alcune delle quali rare o endemiche.

La ricchezza naturale di Molara non si limita al mare. L’isola ospita una varietà sorprendente di flora e fauna, inclusi alcuni esemplari di vacche e capre allo stato brado, discendenti degli animali introdotti nel XIX secolo. La presenza di sorgenti perenni ha permesso lo sviluppo di una vegetazione rigogliosa, creando un ecosistema unico che combina elementi marini e terrestri.

L’Associazione Culturale Molara svolge oggi un ruolo fondamentale nella promozione e protezione di questo patrimonio naturale e storico. Attraverso visite guidate e progetti di ricerca, l’associazione lavora per svelare i segreti dell’isola e preservarli per le generazioni future. Ogni pietra, ogni pianta, ogni animale di Molara ha una storia da raccontare, una storia che si intreccia con quella più ampia del Mediterraneo e dell’umanità.

In conclusione, l’isola di Molara si presenta come un microcosmo della storia mediterranea. Da avamposto romano a rifugio spirituale medievale, da obiettivo di pirati a centro agricolo, fino a diventare una destinazione turistica apprezzata, Molara ha vissuto molteplici vite. Ogni epoca ha lasciato la sua impronta, creando un palinsesto storico e naturale di straordinaria ricchezza.

Oggi, mentre i visitatori si immergono nelle sue acque cristalline o esplorano i suoi sentieri, camminano letteralmente sulla storia. I resti della chiesa di San Ponziano, le rovine della torre di avvistamento, i ruderi del monastero e del forno per la calce sono testimoni silenziosi di un passato ricco e variegato. E mentre il sole tramonta sul Mar Tirreno, tingendo di rosso le rocce di Molara, non è difficile immaginare le voci dei monaci in preghiera, il grido di allarme delle sentinelle, il belato delle capre o il canto dei pescatori che hanno chiamato quest’isola casa nel corso dei secoli.

La sfida per il futuro sarà quella di preservare questo delicato equilibrio tra natura, storia e sviluppo sostenibile. Molara, con la sua storia millenaria e la sua bellezza mozzafiato, ci ricorda l’importanza di proteggere e valorizzare i nostri tesori naturali e culturali. È un luogo dove il passato e il presente si fondono, dove ogni pietra racconta una storia e ogni onda porta con sé l’eco di civiltà antiche. È un gioiello del Mar Tirreno che continua a brillare, invitando chi lo visita a scoprire i suoi segreti e a diventare parte della sua storia in continua evoluzione.

La Storia del Regno di Tavolara: Tra Leggenda e Realtà

L’isola di Tavolara, situata al largo della costa nord-orientale della Sardegna, è il palcoscenico di una delle storie più affascinanti e insolite della storia italiana: il Regno di Tavolara. Questa narrazione, che oscilla tra leggenda e realtà, ha le sue radici nel XIX secolo e continua a catturare l’immaginazione di molti ancora oggi.

Le Origini: Giuseppe Bertoleoni, il Primo “Re”

La storia inizia tra il ‘700 e l’800, quando Giuseppe Bertoleoni, un uomo di origini liguri descritto come “mezzo pirata e mezzo marinaio”, si stabilì sull’isola di Tavolara. Giuseppe era un personaggio eccentrico: si dice che avesse sposato due sorelle e che fosse alla ricerca di un luogo dove poter vivere liberamente. L’isola disabitata di Tavolara gli sembrò il posto perfetto.

L’Incontro Fatidico: Carlo Alberto di Savoia

Il punto di svolta nella storia di Tavolara arrivò nel 1836. Secondo la leggenda, il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, mentre si recava a una battuta di caccia, notò l’isoletta e, incuriosito, decise di visitarla. Qui incontrò Giuseppe Bertoleoni, che si presentò come il “padrone” dell’isola.

Re Carlo Alberto

Si narra che Carlo Alberto, colpito dalla personalità di Giuseppe e forse in un momento di leggerezza, abbia pronunciato una frase scherzosa che suonava più o meno così: “Va bene, tu sei il re di Tavolara e io sono il re di Sardegna”. Questa frase, pronunciata probabilmente con ironia, fu presa alla lettera da Giuseppe Bertoleoni, che da quel momento in poi si considerò il legittimo sovrano di Tavolara.

La Dinastia Bertoleoni

Da quel momento, la famiglia Bertoleoni iniziò a considerarsi la famiglia reale di Tavolara. Il titolo passò di generazione in generazione:

  1. Giuseppe Bertoleoni (il fondatore)
  2. Paolo I (figlio di Giuseppe)
  3. Carlo I (figlio di Paolo I)
  4. Paolo II (figlio di Carlo I)
  5. Carlo II (figlio di Paolo II)

Attualmente, Tonino Bertoleoni, discendente di questa linea, è considerato l’erede della “corona” di Tavolara.

I Bertoleoni

Il Riconoscimento Internazionale?

Una delle parti più intriganti della leggenda riguarda il presunto riconoscimento internazionale del Regno di Tavolara. Si narra che nel 1896 la regina Vittoria del Regno Unito abbia fatto visita all’isola, riconoscendo implicitamente la sovranità dei Bertoleoni. Inoltre, si dice che una foto della famiglia reale di Tavolara sia stata esposta a Buckingham Palace tra quelle delle altre famiglie reali.

Tuttavia, è importante notare che non esistono prove concrete di questi eventi, e molti storici li considerano parte della leggenda piuttosto che fatti storici verificati.

La Realtà Odierna

Oggi, l’isola di Tavolara fa parte del territorio italiano ed è principalmente conosciuta come un’area marina protetta. La famiglia Bertoleoni, tuttavia, continua a mantenere una presenza sull’isola. Tonino Bertoleoni, l’attuale “erede al trono”, gestisce un ristorante sull’isola chiamato “Da Tonino”, dove i visitatori possono gustare piatti locali e ascoltare storie sul passato regale dell’isola.

Tonino: l’attuale Regnante

Il Significato Culturale

La storia del Regno di Tavolara, che sia leggenda o realtà, ha un significato culturale importante. Rappresenta un pezzo unico della storia sarda e italiana, un racconto di indipendenza, eccentricità e del fascino duraturo delle piccole monarchie. La storia continua a attirare turisti e curiosi da tutto il mondo, contribuendo all’economia locale e mantenendo viva una tradizione unica.

Conclusione

Il Regno di Tavolara rimane una delle storie più affascinanti e misteriose della Sardegna. Che sia vera o no, questa leggenda ha resistito alla prova del tempo, diventando parte integrante dell’identità dell’isola. Rappresenta un perfetto esempio di come la storia, la leggenda e la cultura si intreccino per creare un racconto che continua a catturare l’immaginazione delle persone, generazione dopo generazione.

Questa storia del Re di Tavolara ci ricorda che, a volte, le leggende più durature sono quelle che si collocano nel sottile confine tra realtà e fantasia, lasciando spazio all’immaginazione e al fascino del “e se fosse vero?”.

La Descrizione di Molara su Wikipedia

Isola Molara

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Geografia fisica
Coordinate40°52′09″N 9°43′39″ECoordinate40°52′09″N 9°43′39″E
ArcipelagoIsole di Tavolara e Molara
Superficie3,411 km²
Geografia politica
Stato Italia
Regione Sardegna
Provincia Sassari
Comune Olbia

Molara è un’isola della Sardegna nord-orientale e costituisce, insieme all’isola di TavolaraMolarotto, la penisola di Punta Coda Cavallo e altri scogli minori, un parco marino protetto. Di natura granitica, ha una superficie di 3,411 km² e raggiunge, con Punta la Guardia, i 158 m s.l.m. Il toponimo, di attestazione medievale, è probabilmente dovuto alla forma rotondeggiante e uniforme dell’isola, simile ad una mola.

Storia

Gli antichi romani la chiamavano “Buccina insula” derivando il nome comune della conchiglia murex, cioè il boccone dal quale gli antichi fenici e poi anche i romani ricavavano la porpora per le loro preziose vesti.

Non appaiono finora documentati insediamenti preistorici sull’isola di Molara ma agli albori del Cristianesimo si dice che vi fu esiliato papa Ponziano (235) insieme al prete Ippolito (mentre lo storico e umanista G. F. Fara nel XVI secolo indicava come luogo d’esilio l’isola di Tavolara). Nella parte nord occidentale dell’isola, in prossimità di cala Chiesa, si conservano i resti di una chiesa medievale mononave, di stile romanico intitolata a san Ponziano. La chiesa, di cui non si conosce l’originaria titolatura, è assai simile ad altre costruzioni galluresi di questo tipo come la chiesa di San Leonardo di Balaiana, presso Luogosanto, nella Gallura interna. Attorno a tale chiesa si sono potuti individuare i resti di un centro abitato medievale e più a monte di un castello, probabilmente l’antica Gurguray anche se non si hanno notizie certe sulla sua effettiva consistenza demografica. Nel XV secolo è testimoniata l’esistenza sull’isola di un monastero di monache.

Molara è anche conosciuta per il suo castello che sorge per l’omonimo monte a nord-est dell’isola. Faceva parte di un sistema difensivo a protezione della città di Olbia. Dalla torre infatti, si poteva osservare un vasto tratto di mare e anche segnalare la presenza di eventuali invasori al Castello di Pedres sita nell’odierna zona dell’aeroporto di Olbia.

La toponomastica dei luoghi soprattutto nel versante est dell’isola fa riferimento a combattimento del 1600. Si ricorda infatti Cala dell’Attacco e Punta d’Arresto.

Nel periodo più recente Molara fu un’azienda agricola. le famiglie che vi abitarono costruirono recinzioni e muretti a secco sia per spietrare che per rendere possibile il pascolo. Venivano allevati bovini e caprini e nel caseificio dell’isola, prodotto il formaggio, Per poter effettuare la salagione, i pastori dell’epoca che erano anche marinai per necessità, andavano nelle saline e lungo gli stagni naturali della vicina costa sarda con barche a remi o a vela e facevano ritorno con il prezioso carico. Molara è stata un’isola autosufficiente perché nelle radure disponibili la coltivazione del grano e grazie alla presenza di una mola si otteneva la farina. L’acqua sorgiva permetteva coltivazioni e semenzai nella zona che prende il nome appunto “dell’orto”. Non mancavano vaccili, caprili, scuderia, fienile, pollaio e porcile.

Ambiente e turismo

Nonostante l’isola sia assai rocciosa ed impervia, sono presenti varie sorgenti perenni e forse per tale abbondanza d’acqua l’uomo ha potuto abitarvi per secoli. La copertura vegetale di Molara è composta da una ricchissima vegetazione a macchia mediterranea, con secolari olivastrilentischi e cisto, degradata in qualche tratto a causa di un vasto incendio che ha bruciato la parte sud dell’isola negli anni ’70 del XX secolo. È presente bestiame brado (vacche e capre), abbandonato dalla precedente proprietà. Ad est della cala di Chiesa si erge lo scoglio del dinosauro, una bizzarra scultura naturale plasmata dai venti e dal mare. Sulla costa sud si trovano i ruderi di un forno per la calce, prodotta in passato dal calcare della vicina Tavolara, bruciando legname di Molara.

Sull’isola nidificano numerose specie di uccelli marini come il falco pellegrino ed il raro gabbiano corso. Anche la berta minore è presente con centinaia di coppie. L’ente di Gestione dell’Area Marina Protetta, per garantire la possibilità di riprodursi ha realizzato diversi interventi per il contenimento della popolazione di ratti.

L’isola è di proprietà privata ed è custodita dall’Associazione Culturale Molara che si occupa di promuoverne delle visite guidate nel rispetto dei valori storico-ambientali.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

L’ISOLA DI MOLARA custodisce i ruderi di un piccolo presidio altomedievale: il Castello di Molara

Il castello di Molara è un piccolo presidio di soli 540 metri quadrati di superficie, costruito con blocchi granitici sommariamente squadrati ed interamente “a secco”. E’ ubicato sulla terza cima della piccola isola (Monte Castello, m 149 s.l.m.), che insieme alla maestosa, antistante isola di Tavolara, a Molarotto e ad altri piccoli scogli costituisce il cosiddetto “aggruppamento di Tavolara”, posto a chiudere da sud il Golfo di Olbia.

La storia continua su Olbia.it ….